INTRODUZIONE ALLA PRIMA LETTERA DI PAOLO AI CRISTIANI DI CORINTO
Caratteristiche principali
Questa lunga lettera rappresenta un
intervento rigoroso dell'apostolo Paolo nei confronti dei cristiani di Corinto.
Si tratta di una comunità assai numerosa, in quel tempo agitata da
contrasti, alla ricerca di come applicare l'insegnamento cristiano a diversi
problemi concreti. L'apostolo critica severamente l'esistenza di gruppi tanto
divisi tra loro e riafferma il ruolo unico e fondamentale di Cristo e quello
diverso e secondario del predicatore, di chiunque si tratti, lui
compreso.
Il tono della lettera è polemico
soprattutto rispetto a certe tendenze portate a sopravvalutare la sapienza
religiosa in genere e quindi a trascurare la sapienza paradossale della croce di
Cristo. Paolo affronta pure questioni relative alla morale sessuale e familiare
rispondendo forse a domande precise (vedi 7,1.25 e forse 8,1; 12,1). Istruisce
anche i Corinzi sui comportamenti da tenere riguardo alle consuetudini pagane
del loro ambiente (per esempio: come usare le carni dei sacrifici offerti agli
idoli...); raccomanda la disciplina e la vera unità di tutti i credenti;
riprende il tema centrale della risurrezione; invita a partecipare a una
colletta in favore dei cristiani poveri di Gerusalemme. Lo stile è vivace
e deciso, a volte severo. Si capisce che l'apostolo si preoccupa di mettere
ordine tra questi credenti da lui condotti alla fede e di favorirne la
maturità.
Primi lettori
Questi sono una minoranza cristiana
dispersa in una grande città greca di mare, ricca di commercio, incrocio
di popolazioni diverse. Un clima diffuso di immoralità, idee e ideali
pagani, un certo lusso... esercitano una loro influenza sopra questa
comunità formata di credenti per lo più poveri e di poco peso
sociale (1,26). Possiedono molti doni spirituali (1,4-5.12), ma il senso della
misteriosa potenza di Dio si rivela scarso in loro (capitolo 2). Sono molto
divisi (1,10-13; 6,1-11); tollerano situazioni scandalose (5,1-13) e in certi
casi non sanno come comportarsi: mostrano esagerate tendenze ascetiche (7,1-40),
ora disinvoltura ora scrupoli nell'uso delle carni già sacrificate agli
idoli (capitolo 8), sopravvalutano o sottovalutano i doni dello Spirito
(capitoli 12-14). Paolo li accusa anche di celebrare la cena del Signore senza
vero amore fraterno (capitolo 11) e nutrendo sentimenti legati a false
concezioni della libertà (6,12).
Autore
Senza dubbio è l'apostolo Paolo. A Corinto egli è rimasto circa un anno
e mezzo. Anche in seguito egli ha continuato a mantenere i rapporti con questa
comunità: o scrivendo (5,9) o inviando Timoteo (4,17) o ricevendo notizie
da amici che lo tengono informato (1,11). La data del suo soggiorno è
sicura: 49-50 d.C.; quella della lettera sembra essere il 54/55
d.C.
Schema
-
Introduzione 1,1-9
- Una comunità divisa
1,10-4,21
- Morale sessuale e processi
5,1-6,20
- Matrimonio e celibato 7,1-40
- Le carni sacrificate agli idoli
8,1-11,1
- La
comunità, la cena del Signore e i doni dello Spirito 11,2-14,40
- La risurrezione di Gesù e dei cristiani
15,1-58
- La colletta: progetti di viaggio
16,1-12
- Conclusione 16,13-24
PRIMA LETTERA AI CORINZI
CAPITOLO 1
SALUTO
1 Paolo,
che Dio ha chiamato a essere apostolo di Gesù Cristo, e il fratello
Sostene,
2 scrivono alla chiesa di Dio che si
trova a Corinto Salutiamo voi che, uniti a Gesù Cristo, siete diventati
il popolo di Dio insieme con tutti quelli che, ovunque si trovino, invocano il
nome di Gesù Cristo, nostro Signore.
3
Dio, nostro Padre, e Gesù Cristo, nostro Signore, diano a voi grazia e
pace.
I DONI RICEVUTI DA DIO
4-5 Ringrazio sempre il mio Dio per voi,
perché è stato molto generoso verso di voi. Vi ha arricchito con
tutti i suoi doni per mezzo di Cristo Gesù: doni della predicazione e
doni della conoscenza.
6 Il Cristo che vi ho
annunziato è diventato il solido fondamento della vostra vita.
7 Perciò non vi manca nessuno dei doni di
Dio mentre aspettate il ritorno di Gesù Cristo, nostro Signore.
8 Egli vi manterrà saldi fino alla fine.
Nessuno vi potrà accusare quando nel giorno del giudizio verrà
Gesù Cristo, nostro Signore.
9 Infatti
Dio stesso vi ha chiamati a partecipare alla vita di Gesù Cristo, suo
Figlio e nostro Signore, e Dio mantiene le sue
promesse.
DIVISIONI NELLA CHIESA
10 Fratelli, in nome di
Gesù Cristo, nostro Signore, vi chiedo di mettervi d'accordo. Non vi
siano contrasti e divisioni tra voi, ma siate uniti: abbiate gli stessi pensieri
e le stesse convinzioni.
11 Purtroppo alcuni
della famiglia di Cloe mi hanno fatto sapere che vi sono litigi tra voi.
12 Mi spiego: uno di voi dice: «Io sono di
Paolo»; un altro: «Io di Apollo»; un terzo sostiene: «Io
sono di Pietro»; e un quarto afferma: «Io sono di
Cristo».
13 Ma Cristo non può essere
diviso! E Paolo, d'altra parte, non è stato crocifisso per voi. E nessuno
vi ha battezzati nel nome di Paolo.
14 Grazie a
Dio non ho battezzato nessuno di voi, eccetto Crispo e Gaio.
15 Così nessuno può dire di essere
stato battezzato nel mio nome.
16 E' vero: ho
anche battezzato la famiglia di Stefana, ma non credo proprio di averne
battezzati altri.
LA PREDICAZIONE DI PAOLO
17 Cristo non mi ha mandato a
battezzare, ma ad annunziare la salvezza. E questo io faccio senza parole
sapienti, per non rendere inutile la morte di Cristo in croce.
18 Pedicare la morte di Cristo in croce sembra
una pazzia a quelli che vanno verso la perdizione; ma per noi, che Dio salva,
è la potenza di Dio.
19 La Bibbia dice
infatti:
Distruggerò la sapienza dei
sapienti
e squalificherò
l'intelligenza
degli
intelligenti.
20 Infatti, che cosa hanno ora da
dire i sapienti, gli studiosi, gli esperti in dibattiti culturali? Dio ha
ridotto a pazzia la sapienza di questo mondo.
21
Gli uomini, con tutto il loro sapere, non sono stati capaci di conoscere Dio e
la sua sapienza. Perciò Dio ha deciso di salvare quelli che credono,
mediante questo annunzio di salvezza che sembra una pazzia.
22 Gli Ebrei infatti vorrebbero miracoli, e i
non Ebrei si fidano solo della ragione.
23 Noi
invece annunziamo Cristo crocifisso, e per gli Ebrei questo messaggio è
offensivo, mentre per gli altri è assurdo.
24 Ma per quelli che Dio ha chiamati, siano essi
Ebrei o no, Cristo è potenza e sapienza di Dio.
25 Perché la pazzia di Dio è
più sapiente della sapienza degli uomini, e la debolezza di Dio è
più forte della forza degli uomini.
26
Guardate tra voi, fratelli. Chi sono quelli che Dio ha chiamati? Vi sono forse
tra voi, dal punto di vista umano, molti sapienti o molti potenti o molti
personaggi importanti? No!
27 Dio ha scelto
quelli che gli uomini considerano ignoranti, per coprire di vergogna i sapienti;
ha scelto quelli che gli uomini considerano deboli, per distruggere quelli che
si credono forti.
28 Dio ha scelto quelli che,
nel mondo, non hanno importanza e sono disprezzati o considerati come se non
esistessero, per distruggere quelli che pensano di valere qualcosa.
29 Così, nessuno potrà vantarsi
davanti a Dio.
30 Dio però ha unito voi a
Gesù Cristo: egli è per noi la sapienza che viene da Dio. E
Gesù Cristo ci rende graditi a Dio, ci dà la possibilità di
vivere per lui e ci libera dal peccato.
31 Si
compie così quel che dice la Bibbia:
Chi
vuol vantarsi si vanti
per quel che ha fatto il
Signore.
CAPITOLO
2
L'ANNUNZIO DI CRISTO MORTO IN CROCE
1 Quando son venuto tra voi,
fratelli, per farvi conoscere il messaggio di Dio, l'ho fatto con
semplicità, senza sfoggio di parole piene di sapienza umana.
2 Avevo infatti deciso di non insegnarvi altro
che Cristo, e Cristo crocifisso.
3 Mi presentai
a voi debole, pieno di timore e di preoccupazione.
4 Vi ho predicato e insegnato non con abili
discorsi di sapienza umana. Era la forza dello Spirito a convincervi.
5 Così la vostra fede non è
fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di
Dio.
LA SAPIENZA DI DIO
6 Anche noi però, tra i cristiani
spiritualmente adulti, parliamo di una sapienza. Ma non si tratta di una
sapienza di questo mondo né di quella dei potenti che lo governano, e che
presto saranno distrutti.
7 Parliamo della
misteriosa sapienza di Dio, del suo progetto di farci partecipare alla sua
gloria. Dio lo aveva già stabilito prima della creazione del mondo, ma
noi non lo avevamo conosciuto.
8 Nessuna delle
potenze che governano questo mondo ha conosciuto questa sapienza. Se l'avessero
conosciuta non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.
9 Ma come si legge nella
Bibbia:
Quel che nessuno ha mai visto e
udito
quel che nessuno ha mai
immaginato,
Dio lo ha preparato per quelli che lo
amano.
10 Dio lo ha fatto conoscere a noi per
mezzo dello Spirito. Lo Spirito infatti conosce tutto, anche i pensieri segreti
di Dio.
11 Nessuno può conoscere i
pensieri segreti di un uomo: solo lo spirito, che è dentro di lui,
può conoscerli. Allo stesso modo solo lo Spirito di Dio conosce i
pensieri segreti di Dio.
12 Ora, noi non abbiamo
ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio; perciò
conosciamo quel che Dio ha fatto per noi.
13 E
ne parliamo con parole non insegnate dalla sapienza umana, ma suggerite dallo
Spirito di Dio. Così spieghiamo le verità spirituali a quelli che
hanno ricevuto lo Spirito.
14 Ma l'uomo che non
ha ricevuto lo Spirito di Dio non è in grado di accogliere le
verità che lo Spirito di Dio fa conoscere. Gli sembrano assurdità
e non le può comprendere perché devono essere capite in modo
spirituale.
15 Chi invece ha ricevuto lo Spirito
è capace di giudicare ogni cosa, ma nessuno è in grado di
giudicarlo.
16 Chi può conoscere i
pensieri del Signore?
E chi può dargli
dei consigli?
Ebbene noi possediamo i pensieri di
Cristo.
CAPITOLO
3
UNITI NEL LAVORO PER SERVIRE DIO
1 Io, fratelli, non ho potuto parlarvi come a
cristiani maturi. Eravate ancora troppo legati ai valori di questo mondo, e
nella fede in Cristo ancora troppo bambini.
2 Ho
dovuto nutrirvi di latte, non di cibo solido, perché non avreste potuto
sopportarlo. Nemmeno ora lo potete, perché siete come tutti gli altri.
3 Le vostre discordie e le vostre divisioni
dimostrano che voi ancora pensate e vi comportate come gli altri.
4 Quando uno di voi dice: «Io sono di
Paolo», e un altro ribatte: «io invece di Apollo!», non fate
forse come fanno tutti?
5 Ma chi è poi
Apollo? e chi è Paolo? Semplici servitori per mezzo dei quali voi siete
giunti alla fede. A ciascuno di noi Dio ha affidato un compito.
6 Io ho piantato, Apollo ha innaffiato, ma
è Dio che ha fatto crescere.
7
Perciò chi pianta e chi innaffia non contano nulla: chi conta è
Dio che fa crescere.
8 Chi pianta e chi innaffia
hanno la stessa importanza. Ognuno di loro riceverà la ricompensa per il
lavoro svolto.
9 Siamo infatti collaboratori di
Dio nel suo campo, e voi siete il campo di
Dio.
Voi siete anche l'edificio di Dio.
10 Dio mi ha dato il compito e il privilegio di
mettere il fondamento, come fa un saggio architetto. Altri poi innalza su di
esso la costruzione. Ciascuno però badi bene a come costruisce.
11 Il fondamento già posto è
Gesù Cristo. Nessuno può metterne un altro.
12 Su quel fondamento altri costruiranno
servendosi di oro, di argento, di pietre preziose, di legno, di fieno, di
paglia.
13 Ma nel giorno del giudizio Dio
rivelerà quel che vale l'opera di ciascuno. Essa verrà sottoposta
alla prova del fuoco, e il fuoco ne proverà la consistenza.
14 Se uno ha fatto un'opera che supererà
la prova, ne avrà la ricompensa.
15 Se
invece la sua opera sarà distrutta dal fuoco, egli perderà la
ricompensa. Egli personalmente sarà tuttavia salvo, come uno che passa
attraverso un incendio.
16 Voi sapete che siete
il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi.
17 Ebbene, se qualcuno distrugge la vostra
comunità che è il santo tempio di Dio, Dio distruggerà
lui.
CONTRO OGNI SUPERBIA
18 Nessuno inganni se stesso. Se
qualcuno pensa di essere sapiente in questo mondo, diventi pazzo, e allora
sarà sapiente davvero.
19 Dio infatti
considera pazzia quel che il mondo crede sia sapienza. Si legge infatti nella
Bibbia:
Dio fa cadere i
sapienti
nella trappola della loro
astuzia.
20 E ancora, in un altro passo
leggiamo:
Il Signore conosce i pensieri dei
sapienti.
Sa che non valgono
nulla.
21 Perciò non vantatevi di
appartenere a qualcuno, perché tutto vi appartiene:
22 Paolo, Apollo, Pietro, il mondo, la morte, il
presente e il futuro: tutto è vostro,
23
voi invece appartenete a Cristo e Cristo appartiene a
Dio.
CAPITOLO 4
IL SERVIZIO DEGLI APOSTOLI
1 Dovete quindi considerarci
come servi di Cristo e amministratori dei segreti di Dio.
2 Ebbene, a un amministratore si chiede di
essere fedele.
3 Ha perciò poco valore
che io sia giudicato da voi o da un tribunale umano sulla mia fedeltà,
anzi non mi giudico neppure da me stesso.
4
D'altronde, la mia coscienza non mi rimprovera nulla, ma ciò non
significa che io sia fedele. Colui che mi giudica è solo il Signore.
5 Non state dunque a far giudizi prima del
tempo: aspettate che venga il Signore. Egli porterà alla luce quel che
è nascosto nelle tenebre e farà conoscere le intenzioni segrete
degli uomini. Allora ciascuno riceverà da Dio la sua lode.
6 Fratelli, vi ho parlato di me e di Apollo per
darvi un esempio. Imparate a non andare oltre certi limiti. Non entusiasmatevi
di una persona per disprezzarne un'altra.
7 Che
cosa infatti ti fa pensare di essere superiore a un altro? Se hai qualche cosa,
non è forse Dio che te l'ha data? E se è Dio che te l'ha data
perché te ne vanti come se fossi stato tu a
conquistarla?
8 Si direbbe che siate già
ricchi e che possediate tutto quel che desiderate. Si direbbe che siate
già arrivati a regnare senza di noi. Magari fosse vero! Anche noi
regneremmo con voi.
9 Penso che Dio abbia messo
invece noi apostoli all'ultimo posto. Siamo come dei condannati a morte, messi
in piazza, spettacolo al mondo intero, agli angeli e agli uomini.
10 Così, a causa di Cristo, noi siamo i
pazzi e voi i sapienti! Noi i deboli, voi i forti! Noi i disprezzati e voi gli
onorati!
11 Noi, fino a questo momento almeno,
soffriamo la fame, la sete, il freddo, i maltrattamenti e non abbiamo una casa.
12 Lavoriamo con le nostre mani e ci
affatichiamo. Quando ci insultano, benediciamo. Quando ci perseguitano,
sopportiamo.
13 Quando dicono male di noi,
rispondiamo amichevolmente. Siamo diventati la spazzatura del mondo, il rifiuto
di tutti, e lo siamo tuttora.
14 Non vi scrivo
questo per mortificarvi. Voglio soltanto ammonirvi, perché siete per me
come figli che amo.
15 Potreste avere infatti
anche diecimila maestri nella fede, ma non molti padri. Ebbene, io sono
diventato vostro padre nella fede in Cristo Gesù, quando vi ho annunziato
la sua parola.
16 Vi chiedo dunque di imitarmi.
17 Vi mando Timòteo per aiutarvi. Egli
è per me come un figlio carissimo. E un credente che vi ricorderà
quali sono i principi della vita con Cristo, che io vivo e insegno dappertutto
nella Chiesa.
18 Alcuni di voi sono diventati
prepotenti pensando che non ritornerò più tra voi.
19 Invece, se lo vorrà il Signore,
verrò presto. E allora vedrò che cosa sanno fare questi orgogliosi
che parlano tanto.
20 Il regno di Dio non
è fatto di parole, ma di potenza.
21 Che
cosa preferite? Che venga tra voi con un bastone, o con amore e
dolcezza?
CAPITOLO
5
UN CASO DI IMMORALITÀ NELLA CHIESA
1 Tutti sanno che vi sono casi
di immoralità in mezzo a voi. Ve n'è addirittura uno, così
grave, che non si sopporta neppure tra i pagani: uno di voi convive con la sua
matrigna.
2 E siete anche pieni di superbia!
Dovreste invece essere pieni di tristezza e allontanare da voi chi commette un
tale misfatto.
3-4 A ogni modo, io
spiritualmente presente tra voi sebbene assente di fatto, ho giudicato chi ha
agito così male. Perciò, quando vi riunite nel nome di Gesù
Cristo, nostro Signore, io sarò spiritualmente presente tra voi, e voi,
con la potenza che viene da Gesù, nostro Signore,
5 dovrete abbandonare quel tale a Satana. Egli
ne soffrirà in questa vita terrena, ma sarà salvo nel giorno del
Signore.
6 Non avete proprio alcun motivo per
vantarvi! Sapete benissimo che un po' di lievito fa lievitare tutta la pasta.
7 Togliete via quel vecchio lievito che vi
corrompe. Siate come una pasta nuova, come i pani non lievitati di Pasqua. E lo
siete già, perché Cristo, il nostro agnello pasquale, è
già stato sacrificato.
8 Celebriamo
dunque la nostra Pasqua senza il vecchio lievito del peccato e
dell'immoralità. Serviamoci invece del pane non lievitato, immagine di
purezza e di verità.
9 Vi ho già
scritto di non avere nulla a che fare con chi vive nell'immoralità.
10 Ma non pensavo certo a tutti quelli che, in
questo mondo, sono immorali, invidiosi, ladri, adoratori di idoli, altrimenti
dovreste vivere lontano da ogni terra abitata.
11 Volevo dire: non abbiate più rapporti
con quelli che dichiarano di essere credenti, ma poi, di fatto, sono immorali,
invidiosi, adoratori di idoli, calunniatori, ubriaconi, ladri. Con simile gente
non dovete neppure mangiare insieme.
12-13 Non
è mio compito giudicare quelli che non sono credenti. E' Dio che li
giudica. Ma voi dovete giudicare quelli che fanno parte della comunità.
Lo dice la Bibbia: Scacciate il malvagio di mezzo a
voi.
CAPITOLO
6
PROCESSI TRA CRISTIANI
1 Quando due di voi sono in lite, non dovrebbero
neppure chiedere giustizia ai giudici pagani; dovrebbero invece rivolgersi alla
comunità.
2 Voi ben sapete che il popolo
di Dio giudicherà il mondo. E se dovrete giudicare il mondo, a maggior
ragione dovete essere capaci di risolvere questioni di minore importanza.
3 Non sapete che dovremo giudicare anche gli
angeli? Perché non le nostre liti?
4
Quando dunque avete da risolvere le questioni di questa vita, perché
mettete come giudici, nella Chiesa, persone estranee?
5 Lo dico per farvi vergognare, perché
è impossibile che in mezzo a voi non si possa trovare qualche persona
saggia, capace di risolvere una questione tra fratelli.
6 Del resto, è proprio indispensabile che
un fratello citi in giudizio un altro fratello, e per di più, dinanzi a
giudici non credenti?
7 E' già cattivo
segno che ci siano processi tra voi. Perché non sopportate piuttosto
qualche torto? Perché non siete disposti piuttosto a rimetterci qualcosa?
8 Invece siete proprio voi che commettete
ingiustizie e rubate e per di più contro i fratelli! Sappiate però
che non c'è posto per i malvagi nel nuovo mondo di Dio. Non illudetevi:
9 nel regno di Dio non entreranno gli immorali,
gli adoratori di idoli, gli adùlteri, i maniaci sessuali,
10 i ladri, gli invidiosi, gli ubriaconi, i
calunniatori, i delinquenti.
11 E alcuni di voi
erano così. Ma ora siete stati strappati al peccato, siete stati uniti a
Cristo e accolti da Dio nel nome del Signore Gesù Cristo, mediante lo
Spirito del nostro Dio.
VIVERE PER LA GLORIA DI DIO
12 Voi dite spesso: «Tutto
è lecito!». D'accordo, ma è tutto utile? Certamente tutto
è lecito, ma non mi lascerò mai dominare da qualsiasi desiderio.
13 Voi dite anche: «Il cibo è fatto
per lo stomaco e lo stomaco è fatto per il cibo». E' vero! Ma Dio
distruggerà l'uno e l'altro. Il vostro corpo non è fatto per
l'immoralità, perché appartenete al Signore, e il Signore è
anche il Signore del vostro corpo.
14 Ebbene,
Dio che ha fatto risorgere il Signore, risusciterà anche noi con la sua
potenza.
15 Voi dovete sapere che appartenete a
Cristo. E chi prenderebbe ciò che appartiene a Cristo per unirlo a una
prostituta?
16 Voi dovete sapere che chi si
unisce a una prostituta diventa un tutt'uno con lei. Infatti la Bibbia dice: I
due saranno una cosa sola.
17 Ma chi si unisce
al Signore diventa spiritualmente un solo essere con lui.
18 Fuggite l'immoralità! Qualsiasi altro
peccato che l'uomo commette resta esterno al suo corpo; ma, chi si dà
all'immoralità pecca contro se stesso.
19
Dovete sapere che voi stessi siete il tempio dello Spirito Santo. Dio ve lo ha
dato, ed egli è in voi. Voi quindi non appartenete più a voi
stessi.
20 Perché Dio vi ha fatti suoi,
riscattandovi a caro prezzo. Rendete quindi gloria a Dio col vostro stesso
corpo.
CAPITOLO 7
MATRIMONIO E VERGINITA'
1 Rispondendo alla domanda che
mi avete posto nella vostra lettera, io vi dico: è meglio per l'uomo non
sposarsi;
2 tuttavia, per non cadere
nell'immoralità, ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il
proprio marito.
3 L'uomo sappia donarsi alla
propria moglie, e così pure la moglie si doni al proprio marito.
4 La moglie non deve considerarsi padrona di se
stessa: lei è del marito. E neppure il marito deve considerarsi padrone
di se stesso: egli è della moglie.
5 Non
rifiutatevi l'un l'altro, a meno che non vi siate messi d'accordo di agire
così per un tempo limitato, per dedicarvi alla preghiera. Ritornate
però subito dopo a stare insieme, per evitare che Satana vi tenti facendo
leva sui vostri istinti.
6 Quel che vi sto
dicendo è solo un suggerimento, non è un ordine.
7 Io vorrei che tutti fossero celibi, come me;
ma Dio dà a ognuno un dono particolare: agli uni dà questo dono,
ad altri uno diverso.
8 Ai celibi e alle vedove
dico che sarebbe bene per essi continuare a essere soli, come lo sono io.
9 Se però non possono dominare i loro
istinti, contraggano matrimonio. E' meglio sposarsi che ardere di
desiderio.
DIVORZIO E MATRIMONI MISTI
10 Agli sposati do
quest'ordine, che non viene da me ma dal Signore: la moglie non si separi dal
marito.
11 Se si è già separata
dal marito, non si risposi. Cerchi piuttosto di riconciliarsi con lui. E,
d'altra parte, il marito non mandi via la moglie.
12 Agli altri do un consiglio, e questo è
un parere mio, non un ordine del Signore: se un cristiano ha una moglie che non
è credente, e questa desidera continuare a vivere con lui, non la mandi
via.
13 E così pure la moglie cristiana
non mandi via il marito che non è credente, se egli vuoi restare con lei.
14 Il marito non credente infatti appartiene
già al Signore per la sua unione con la moglie credente; e viceversa, la
moglie non credente appartiene già al Signore per la sua unione con il
marito credente. In caso contrario, anche voi dovreste rinnegare i vostri figli,
mentre invece essi appartengono al Signore.
15
Ma se uno dei due non è credente e vuole separarsi, lo faccia pure. In
tal caso il credente, sia esso marito o moglie, non è vincolato. Dio
infatti vi ha chiamati a vivere in pace.
16
Perché, se tu sei una moglie credente, come puoi essere sicura di salvare
tuo marito che non crede? E se tu sei un marito credente, come puoi essere
sicuro di salvare tua moglie che non
crede?
NON CERCATE INUTILI CAMBIAMENTI
17 A eccezione di questo caso, la
direttiva che do in ogni comunità è questa: ognuno continui a
vivere nella condizione che il Signore gli ha dato e nella quale si trovava
quando Dio lo ha chiamato alla fede.
18 Chi era
circonciso quando Dio lo ha chiamato, non cerchi di far sparire il segno della
sua circoncisione. Chi invece non era circonciso quando Dio lo ha chiamato, non
si faccia circoncidere.
19 Essere circoncisi o
non esserlo, non conta nulla. Conta solo l'ubbidienza ai comandamenti di Dio.
20 Ognuno rimanga nella condizione in cui si
trovava quando Dio lo ha chiamato alla fede.
21
Dio ti ha chiamato quando eri uno schiavo? Non fartene un problema. Se
però hai l'opportunità di diventare libero, non rifiutarla.
22 Infatti chi era schiavo quando il Signore lo
ha chiamato alla fede, è già diventato un uomo libero che è
al servizio del Signore. E viceversa, chi era un uomo libero quando il Signore
lo ha chiamato alla fede, è diventato ora uno schiavo di Cristo.
23 Siete stati riscattati a caro prezzo. Non
ritornate a essere schiavi degli uomini.
24
Fratelli, ciascuno rimanga dinanzi a Dio nella condizione in cui si trovava
quando fu chiamato alla fede.
LE PERSONE NON SPOSATE E LE VEDOVE
25 Parliamo ora delle
persone non sposate: non ho nessun comandamento del Signore per loro, ma vi do
il mio parere: il parere di uno degno di fiducia, perché Dio ha avuto
misericordia di me.
26 Stiamo andando incontro a
una difficile situazione. Per questo io ritengo opportuno che l'uomo rimanga
nella condizione in cui si trova.
27 Sei
sposato? Non ti separare dalla moglie. Ancora non sei sposato? Non cercare
moglie.
28 Se però ti sposi non fai nulla
di male. E se una ragazza si sposa non fa nulla di male. Certo quelli che si
sposano avranno maggiori difficoltà a causa della vita familiare, e io
vorrei risparmiarvele.
29 Fratelli, io vi dico
questo: è poco il tempo che ci rimane. Perciò, da ora in poi,
quelli che sono sposati vivano come se non lo fossero,
30 quelli che piangono come se non fossero
tristi, quelli che sono allegri come se non fossero nella gioia, quelli che
comprano come se non possedessero nulla,
31 e
quelli che usano i beni di questo mondo come se non se ne servissero.
Perché questo mondo, così com'è, non durerà
più a lungo.
32 Vorrei sapervi liberi da
preoccupazioni. Infatti l'uomo non sposato si preccupa di quel che riguarda il
Signore e cerca di piacergli.
33 Invece l'uomo
sposato si preoccupa di quel che riguarda il mondo e cerca di piacere alla
moglie.
34 E così finisce con l'essere
diviso nel suo modo di pensare e di agire. Allo stesso modo, una donna non
sposata, sia essa adulta o ragazza, si preoccupa di quel che riguarda il
Signore, perché desidera vivere interamente per lui. Invece la donna
sposata si preoccupa di quel che riguarda questo mondo e di piacere al marito.
35 Dico questo per il vostro bene: non per
costringervi. Io desidero soltanto che voi viviate in modo conveniente
completamente al servizio del Signore.
36 Se a
causa della sua esuberanza un fidanzato si trova a disagio dinanzi alla
fidanzata e pensa che dovrebbe sposarla, ebbene la sposi! Non commette alcun
peccato!
37 Può darsi però che il
giovane, senza subire alcuna costrizione, mantenga fermamente la decisione di
non sposarsi. In tal caso, se sa dominare la sua volontà e mantiene fermo
il proposito di non avere relazioni con la sua compagna, agisce rettamente se
non la sposa.
38 Così, chi si sposa fa
bene ma chi non si sposa fa meglio.
39 La moglie
è legata al marito per tutto il tempo che egli vive. Se però egli
muore, la moglie può passare a seconde nozze con chi vuole, purché
sia un credente.
40 Sarà però
più felice se rimane così com'è. Questo è il mio
parere, e penso di avere anch'io lo Spirito di
Dio.
CAPITOLO 8
LA CARNE SACRIFICATA AGLI IDOLI
1 Trattiamo ora il problema
delle carni che vengono sacrificate agli idoli. So che tutti siamo pieni di
conoscenza su questo argomento. Ma la conoscenza rende gli uomini superbi,
l'amore soltanto fa crescere nella fede.
2 Chi
pensa di possedere una certa conoscenza, in realtà non la possiede ancora
come dovrebbe.
3 Invece, se uno ama Dio, costui
è conosciuto da Dio.
4 Dunque: le carni
sacrificate agli idoli si possono mangiare? Noi sappiamo che gli idoli di questo
mondo non sono niente, e che vi è un solo Dio.
5 E' vero che si parla di certe divinità
del cielo e della terra; e di fatto ve ne sono molti di questi "dèi" e
"signori".
6 Per noi invece vi è un solo
Dio e Padre. Egli ha creato ogni cosa, ed è per lui che viviamo. E vi
è un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale esiste ogni
cosa. Anche noi viviamo per mezzo di lui.
7 Non
tutti però hanno questa conoscenza. Alcuni, abituati finora al culto
degli idoli, mangiano ancora quelle carni come se appartenessero agli idoli. E
la loro debole coscienza ne è turbata.
8
Ma non sarà certo un cibo a rendermi gradito a Dio. Non perderemo nulla
se non lo mangiamo e non guadagneremo nulla se lo mangiamo.
9 Badate però a questa vostra
libertà: non diventi un'occasione di turbamento per chi e debole nella
fede.
10 Supponiamo che uno, debole nella fede,
veda te che sei pieno di conoscenza, seduto a tavola in un tempio di idoli. Non
si sentirà forse spinto nella sua coscienza a mangiare della carne
sacrificata agli idoli?
11 E così tu, con
tutta la tua conoscenza, metti in pericolo la fede di quel fratello per il quale
Cristo è morto.
12 Così voi
peccate contro i fratelli e urtate le loro coscienze deboli.
13 Per conto mio, piuttosto che turbare la fede
di un fratello a causa di un cibo, preferisco non mangiare mai più la
carne. Così non turberò la fede di un mio
fratello.
CAPITOLO
9
DIRITTI E DOVERI DI UN APOSTOLO
1 Non sono libero io? Non sono
forse apostolo? Non ho veduto Gesù, il nostro Signore? E voi? Non siete
proprio voi il risultato del mio lavoro al servizio del Signore?
2 Se altri non vogliono riconoscermi come
apostolo, per voi lo sono senz'altro. Il fatto che voi crediate in Cristo
è la prova che io sono apostolo.
3 A chi
mi critica rispondo così:
4 Non abbiamo
anche noi il diritto di mangiare e di bere ?
5
Non abbiamo anche noi il diritto di portare con noi una moglie credente come
l'hanno gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Pietro?
6 O forse solo io e Bàrnaba dobbiamo
lavorare per mantenerci?
7 Da quando in qua un
soldato presta servizio nell'esercito a sue spese? E chi pianta una vigna non
mangia forse la sua uva? E chi conduce un gregge al pascolo non beve il latte di
quelle pecore?
8 Ma non porto soltanto esempi
tratti dall'esperienza umana.
9 Anche la legge
di Mosè prescrive: Non mettere la museruola al bue che trebbia il grano.
Dio si preoccupa forse dei buoi?
10 O è
per noi che parla? Certamente! Questa regola è stata scritta per noi.
Perché, chi ara il campo e chi trebbia il grano deve fare il lavoro nella
speranza di avere la sua parte del raccolto.
11
Noi abbiamo seminato per voi beni Spirituali. Non c'è dunque nulla di
strano se raccogliamo da voi beni materiali.
12
Se altri hanno questo diritto su di voi, tanto più l'abbiamo noi. Ma noi
non facciamo uso di questo diritto, anzi sopportiamo ogni specie di
difficoltà, per eliminare qualsiasi ostacolo all'annunzio di Cristo.
13 Chi lavora nel tempio riceve dal tempio il
proprio nutrimento, e chi si occupa dei sacrifici offerti sull'altare, riceve
una parte dei sacrifici.
14 Allo stesso modo,
per quelli che annunziano il vangelo, il Signore ha stabilito che hanno il
diritto di vivere di questo lavoro.
15 Io
però non ho mai fatto uso di questo diritto. E non vi scrivo per
pretenderlo ora. Piuttosto preferisco morire! Nessuno potrà togliermi
questo vanto.
16 Infatti non posso vantarmi di
annunziare la parola del Signore. Non posso farne a meno, e guai a me se non
annunzio Cristo.
17 Se avessi deciso di
annunziarla di mia spontanea volontà, sarebbe giusto che ricevessi una
paga. Ma poiché mi è stato imposto di farlo, compio semplicemente
il mio dovere.
18 Quale sarà dunque la
mia ricompensa? La soddisfazione di annunziare Cristo gratuitamente, senza usare
quei diritti che la predicazione del vangelo mi darebbe.
19 Io sono libero. Non sono schiavo di nessuno.
Tuttavia mi sono fatto schiavo di tutti, per portare a Cristo il più gran
numero possibile di persone.
20 Quando sono tra
gli Ebrei, vivo come loro, per portare a Cristo gli Ebrei. Io non sono
sottoposto alla legge di Mosè, eppure vivo come se lo fossi, per condurre
a Cristo chi è sottoposto a quella legge.
21 Quando invece mi trovo tra persone che non
conoscono quella legge, vivo come loro senza tenerne conto, per portare a Cristo
chi è senza legge. Questo non vuol dire che io sia privo di obblighi
verso Dio, anzi sono sottoposto alla legge di Cristo.
22 Con i deboli nella fede, vivo come se anch'io
fossi debole, per condurli a Cristo. Cerco di adattarmi a tutti per salvarne a
ogni costo alcuni.
23 Tutto questo lo faccio per
il vangelo, e per ricevere anch'io insieme con gli altri ciò che esso
promette.
ESEMPI TRATTI DALLA VITA SPORTIVA
24 Sapete che nelle gare allo stadio
corrono in molti, ma uno solo ottiene il premio. Dunque, correte anche voi in
modo da ottenerlo!
25 Sapete pure che tutti gli
atleti, durante i loro allenamenti, si sottopongono a una rigida disciplina.
Essi l'accettano per avere in premio una corona che presto appassisce; noi
invece lo facciamo per avere una corona che durerà sempre.
26 Perciò io mi comporto come uno che
corre per raggiungere il traguardo, e come un pugile che non tira colpi a vuoto.
27 Mi sottopongo a dura disciplina e cerco di
dominarmi per non essere squalificato proprio io che ho predicato agli
altri.
CAPITOLO 10
CONTRO GLI IDOLI
1 Voglio che vi ricordiate,
fratelli, che tutti i nostri antenati attraversarono il mar Rosso e camminarono
protetti dalla nuvola.
2 Tutti sono stati
battezzati nella nuvola e nel mare per essere uniti a Mosè.
3 Tutti hanno mangiato lo stesso cibo
spirituale
4 e bevuto la stessa bevanda
spirituale: bevevano infatti alla stessa roccia spirituale che li accompagnava.
Quella roccia era il Cristo.
5 Tuttavia la
maggior parte di loro non fu gradita a Dio, e morirono nel deserto.
6 Questi fatti sono accaduti molto tempo fa.
Essi sono un esempio perché impariamo a non desiderare il male come loro.
7 Quindi non adorate gli idoli come hanno fatto
alcuni di loro. La Bibbia afferma: Il popolo si sedette per mangiare e per bere,
si mise a far baldoria.
8 Non abbandoniamoci
all'immoralità come fecero una parte di loro, tanto che in un sol giorno
ne morirono ventitremila.
9 Non mettiamo alla
prova Dio come hanno fatto alcuni di loro, che poi morirono avvelenati dai
serpenti.
10 Non vi lamentate come hanno fatto
alcuni di loro, i quali, di conseguenza, furono distrutti dall'angelo
sterminatore.
11 Questi fatti che sono accaduti
a loro diventano un esempio per noi. Sono stati scritti nella Bibbia
perché siano un severo ammonimento per noi che viviamo in un tempo vicino
alla fine.
12 Dunque, chi si sente sicuro, stia
attento a non cadere.
13 Tutte le
difficoltà che avete dovuto affrontare non sono state superiori alle
vostre forze. Perché Dio mantiene le sue promesse e non permetterà
che siate tentati al di là della vostra capacità di resistenza.
Nel momento della tentazione Dio vi dà la forza di resistere e di
vincere.
14 Perciò, carissimi, non
adorate gli idoli.
15 Vi parlo come a persone
intelligenti: giudicate quel che dico.
16
Pensate al calice per il quale ringraziamo Dio: quando lo beviamo ci mette in
comunione col sangue di Cristo; e il pane che spezziamo ci mette in comunione
con il corpo di Cristo.
17 Vi è un solo
pane e quindi formiamo un solo corpo, anche se siamo molti, perché tutti
insieme mangiamo quell'unico pane.
18 Osservate
il popolo d'Israele. Quelli che mangiano la carne del sacrificio sono in
comunione con il dio dell'altare.
19 Non voglio
dire con questo che il sacrificio offerto all'idolo abbia qualche valore o che
l'idolo stesso valga qualcosa.
20 Intendo invece
dire che i pagani, quando fanno un sacrificio, lo offrono agli spiriti maligni,
non certo a Dio. E io non voglio che siate in comunione con gli spiriti maligni.
21 Non potete infatti bere il calice del Signore
e quello degli spiriti maligni. Non potete mangiare alla mensa del Signore e
alla mensa degli spiriti maligni.
22 Vogliamo
forse scatenare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di
lui?
AGIRE SEMPRE PER LA GLORIA DI DIO
23 Voi dite: «Tutto è
lecito!». D'accordo, ma è tutto utile? Certamente tutto è
lecito, ma non tutto serve al bene della comunità.
24 Nessuno pensi a se stesso, ma agli altri.
25 Mangiate pure qualsiasi carne venduta al
mercato, senza tormentarvi per motivi di coscienza.
26 Perché, come afferma la Bibbia, la
terra e tutto quel che essa contiene appartiene al Signore.
27 Se un non credente vi invita a pranzo e voi
accettate, andate da lui, mangiate tutto quel che vi verrà servito, senza
farne un problema di coscienza.
28 Se
però qualcuno degli invitati vi dice: «Questa carne è stata
offerta agli idoli», allora, per motivo di coscienza, non mangiatela,
proprio perché vi ha avvisato.
29
Naturalmente parlo della sua coscienza, non della vostra. Qualcuno mi
obbietterà: «Ma perché la coscienza di un altro deve limitare
la mia libertà?
30 Io ringrazio sempre
Dio per quel che mangio. Perché mai dovrei essere criticato per cibi che
mangio con riconoscenza?».
31 D'accordo!
quando mangiate o bevete o quando fate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la
gloria di Dio.
32 Però agite in modo da
non scandalizzare nessuno: né Ebrei, né pagani, né
cristiani.
33 Comportatevi come me, che in ogni
cosa cerco di piacere a tutti. Non cerco il mio bene personale, ma quello di
tutti, perché tutti siano
salvati.
CAPITOLO
11
1 Siate miei imitatori, come anch'io lo sono
di cristo.
CONTEGNO DELLE DONNE E DEGLI UOMINI NEL CULTO
2 Mi rallegro con voi
perché in ogni occasione vi ricordate di me e perché conservate
l'insegnamento che vi ho trasmesso.
3 Tuttavia
desidero che sappiate questo: Cristo è il capo di ogni uomo, il marito
è il capo della moglie, e Dio è il capo di Cristo.
4 Quindi, se un uomo prega o annunzia una parola
di Dio a capo coperto disonora il suo capo che è Cristo.
5 Invece, se la donna prega o annunzia una
parola di Dio a capo scoperto disonora il suo capo cioè suo marito:
è come se fosse completamente senza capelli.
6 Se non vuole coprirsi il capo con un velo,
allora si faccia anche rasare. Ma se una donna prova vergogna a stare con i
capelli completamente rasati, allora si copra anche il capo con un velo.
7 L'uomo non ha bisogno di coprirsi il capo,
perché è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria
dell'uomo.
8 Infatti l'uomo non è stato
tratto dalla donna; ma la donna è stata tratta dall'uomo.
9 E inoltre l'uomo non è stato creato per
la donna; ma la donna è stata creata per l'uomo.
10 Per tutte queste ragioni e anche a motivo
degli angeli, la donna deve portare sul capo un segno della sua appartenenza
all'uomo.
11 Tuttavia, di fronte al Signore, la
donna non esiste senza l'uomo né l'uomo senza la donna.
12 Infatti, se è vero che la donna
è stata tratta dall'uomo, è altrettanto vero che ogni uomo nasce
da una donna e che entrambi vengono da Dio che ha creato tutto.
13 Giudicate voi stessi: sta bene che una donna
preghi a capo scoperto?
14 La natura stessa ci
insegna che non sta bene che gli uomini portino i capelli lunghi,
15 mentre invece una donna può essere
fiera quando ha una lunga capigliatura perché le serve da velo.
16 Se qualcuno poi vuole ancora discutere su
quest'argomento, sappia che noi e le altre comunità non seguiamo un
comportamento diverso.
ABUSI NELLA CELEBRAZIONE DELLA CENA DEL SIGNORE
17 Mentre vi do queste
istruzioni non posso certo lodarvi: le vostre assemblee vi fanno più male
che bene.
18 Anzitutto mi dicono che nella
vostra comunità, quando vi riunite, si formano gruppi rivali. Credo che
in parte sia vero.
19 Infatti le divisioni sono
necessarie perché si possano riconoscere quelli che sanno superare le
prove.
20 Ma quando vi riunite, la vostra cena
non è di certo la Cena del Signore!
21
Infatti, quando siete a tavola, ognuno si affretta a mangiare il proprio cibo. E
così accade che mentre alcuni hanno ancora fame, altri sono già
ubriachi.
22 Ma non potreste mangiare e bere a
casa vostra? Perché disprezzate la Chiesa di Dio e umiliate i poveri? Che
devo dirvi? Dovrei forse lodarvi? Per questo vostro atteggiamento non posso
proprio lodarvi.
L'ISTITUZIONE DELLA CENA DEL SIGNORE
23 Io ho ricevuto dal Signore
quel che a mia volta vi ho trasmesso: nella notte in cui fu tradito, il Signore
Gesù prese il pane,
24 fece la preghiera
di ringraziamento, spezzò il pane e disse: «Questo è il mio
corpo che è dato per voi. Fate questo in memoria di
me».
25 Poi, dopo aver cenato, fece lo
stesso col calice. Lo prese e disse: «Questo calice è la nuova
alleanza che Dio stabilisce per mezzo del mio sangue. Tutte le volte che ne
berrete, fate questo in memoria di me».
26
Infatti, ogni volta che mangiate di questo pane e bevete da questo calice, voi
annunziate la morte del Signore, fino a quando egli
ritornerà.
COME MANGIARE LA CENA DEL SIGNORE
27 Perciò, chi mangia
il pane del Signore o beve il suo calice in modo indegno, si rende colpevole
verso il corpo e il sangue del Signore.
28
Ciascuno perciò prima esamini se stesso, e poi mangi di quel pane e beva
da quel calice.
29 Perché, chi mangia del
pane e beve dal calice senza discernere il corpo del Signore, mangia e beve la
sua propria condanna.
30 Per questa ragione vi
sono tra voi molti malati e molti infermi, e parecchi sono morti.
31 Però, se ci esaminiamo attentamente,
non cadremo sotto la condanna di Dio.
32 D'altra
parte, se il Signore ci punisce, lo fa per correggerci e per non condannarci
insieme con il mondo.
33 Così, fratelli,
quando vi riunite per la Cena in comune, aspettatevi gli uni gli altri.
34 Se qualcuno ha fame, mangi a casa sua,
così Dio non dovrà punirvi per il modo con il quale vi riunite. Le
altre questioni le metterò in ordine quando
verrò.
CAPITOLO
12
I DONI DELLO SPIRITO
1 Fratelli, parliamo ora dei doni dello Spirito.
Voglio che abbiate le idee chiare in proposito.
2 Sapete bene che, prima di conoscere Dio, vi
lasciavate continuamente trascinare verso idoli muti.
3 Vi assicuro perciò che nessuno
può dire: «Gesù è maledetto!», se è
veramente guidato dallo Spirito di Dio. D'altra parte, nessuno può dire:
«Gesù è il Signore», se non è veramente guidato
dallo Spirito Santo.
4 Vi sono diversi doni, ma
uno solo è lo Spirito.
5 Vi sono vari
modi di servire, ma uno solo è il Signore.
6 Vi sono molti tipi di attività, ma chi
muove tutti all'azione è sempre lo stesso Dio.
7 In ciascuno, lo Spirito si manifesta in modo
diverso, ma sempre per il bene comune.
8 Uno
riceve dallo Spirito la capacità di esprimersi con saggezza, un altro
quella di parlare con sapienza.
9 Lo stesso
Spirito a uno dà la fede, a un altro il potere di guarire i malati.
10 Lo Spirito concede a uno la
possibilità di fare miracoli, e a un altro il dono di essere profeta. A
questi dà la capacità di distinguere i falsi spiriti dal vero
Spirito, a quello il dono di esprimersi in lingue sconosciute, e a quell'altro
ancora il dono di spiegare tali lingue.
11 Tutti
questi doni vengono dall'unico e medesimo Spirito. Egli li distribuisce a
ognuno, come vuole.
IL CORPO E LE SUE PARTI
12 Cristo è come un corpo che ha
molte parti. Tutte le parti, anche se sono molte, formano un unico corpo.
13 E tutti noi credenti, schiavi o liberi, di
origine ebraica o pagana, siamo stati battezzati con lo stesso Spirito per
formare un solo corpo, e tutti siamo stati dissetati dallo stesso Spirito.
14 Il corpo infatti non è composto da una
sola parte, ma da molte.
15 Se il piede dicesse:
«Io non sono una mano, perciò non faccio parte del corpo», non
cesserebbe per questo di fare parte del corpo.
16 E se l'orecchio dicesse: «Io non sono un
occhio, perciò non faccio parte del corpo», non cesserebbe per
questo di essere parte del corpo.
17 Se tutto il
corpo fosse occhio, dove sarebbe l'udito? O se tutto il corpo fosse udito, dove
sarebbe l'odorato?
18 Ma Dio ha dato a ciascuna
parte del corpo il proprio posto secondo la sua volontà.
19 Se tutto l'insieme fosse una parte sola, dove
sarebbe il corpo?
20 Invece le parti sono molte,
ma il corpo è uno solo.
21 Quindi
l'occhio non può dire alla mano: «Non ho bisogno di te», o la
testa non può dire ai piedi: «Non ho bisogno di
voi».
22 Anzi, proprio le parti del corpo
che ci sembrano più deboli, sono quelle più necessarie.
23 E le parti che consideriamo meno nobili e
decenti, le circondiamo di maggior premura.
24
Le altre parti considerate più nobili non ne hanno bisogno. Dio ha
disposto il corpo in modo che venga dato più onore alle parti che non ne
hanno.
25 Così non ci sono divisioni nel
corpo: tutte le parti si preoccupano le une delle altre.
26 Se una parte soffre, tutte le altre soffrono
con lei; e se una parte è onorata, tutte le altre si rallegrano con lei.
27 Voi siete il corpo di Cristo, e ciascuno di
voi ne fa parte.
28 Dio ha assegnato a ciascuno
il proprio posto nella Chiesa: anzitutto gli apostoli, poi i profeti, quindi i
catechisti. Poi ancora quelli che fanno miracoli, quelli che guariscono i malati
o li assistono, quelli che hanno capacità organizzative e quelli che
hanno il dono di parlare in lingue sconosciute.
29 Non tutti sono apostoli o profeti o
catechisti. Non tutti hanno il dono di fare miracoli,
30 di compiere guarigioni, di parlare in lingue
sconosciute o di sapere interpretarle.
31
Cercate di avere i doni migliori.
L'INNO ALL'AMORE
Ora vi insegno qual è la via
migliore:
CAPITOLO
13
1 Se parlo le lingue degli uomini
e anche quelle degli
angeli,
ma non ho amore,
sono un metallo che rimbomba,
uno strumento che suona a vuoto.
2 Se ho il dono d'essere
profeta
e di conoscere tutti i misteri,
se possiedo tutta la scienza
e anche una fede da smuovere i monti,
ma non ho
amore,
io non sono
niente.
3 Se do ai poveri tutti i miei averi,
se offro il mio corpo alle fiamme,
ma non ho
amore,
non mi serve a
nulla.
4 Chi
ama
è paziente e
generoso.
Chi
ama
non è
invidioso
non si
vanta
non si gonfia di
orgoglio.
5 Chi
ama
è
rispettoso
non cerca il proprio
interesse
non cede alla
collera
dimentica i
torti.
6 Chi
ama
non gode dell'ingiustizia,
la verità è la sua
gioia.
7 Chi
ama
tutto scusa
di tutti ha fiducia
tutto sopporta
mai perde la
speranza.
8 L'amore non tramonta mai:
cesserà il dono delle lingue,
la profezia passerà,
finirà il dono della scienza.
9 La scienza è imperfetta,
la profezia è limitata,
10 ma verrà ciò che è
perfetto
ed esse svaniranno.
11 Quando ero bambino
parlavo da bambino,
come un bambino
pensavo e ragionavo.
Da quando sono un
uomo
ho smesso di agire
così.
12 Ora la nostra visione è
confusa,
come in un antico specchio;
ma un giorno saremo a faccia a faccia
dinanzi a
Dio.
Ora lo conosco solo in
parte,
ma un giorno lo conoscerò
come lui mi
conosce.
13 Ecco dunque le tre cose che
contano:
fede, speranza,
amore.
Ma più grande di tutte è
l'amore.
CAPITOLO
14
I DONI DELLO SPIRITO PER IL BENE DELLA COMUNITA'
1 Cercate dunque di vivere nell'amore,
ma desiderate intensamente anche i doni dello Spirito, soprattutto quello di
essere profeta.
2 Infatti, chi parla in lingue
sconosciute, non parla agli uomini, ma a Dio, e nessuno lo capisce. Mosso dallo
Spirito dice cose misteriose.
3 Il profeta,
invece, fa crescere spiritualmente la comunità, la esorta, la consola.
4 Chi parla in lingue sconosciute fa bene
soltanto a se stesso, il profeta, invece, fa crescere tutta la comunità.
5 Io sono contento se tutti voi parlate in
lingue sconosciute, ma lo sono ancor più se avete il dono della profezia.
Perché il profeta è più utile di chi parla in lingue
sconosciute, a meno che qualcuno le interpreti, e così l'assemblea ne
ricava un beneficio.
6 Fratelli: se io, quando
vengo da voi, mi mettessi a parlare in lingue sconosciute, non sarei per voi un
aiuto. Vi aiuto invece se vi comunico da parte di Dio una rivelazione o un
messaggio o un insegnamento.
7 Pensate agli
strumenti musicali che pure non hanno vita, come il flauto o la cetra: se i loro
suoni non fossero diversi, non si potrebbe distinguere la musica del flauto da
quella della cetra.
8 E ancora: se la tromba
emette soltanto un suono confuso, chi si preparerà a combattere?
9 Così anche voi: chi potrà capire
quel che dite, se parlate in una lingua incomprensibile? E come se parlaste a
vuoto!
10 Non so quante specie di lingue vi
siano al mondo, ma so che tutte hanno un senso.
11 Ma se io non conosco la lingua di chi mi
parla, sono uno straniero per lui ed egli è uno straniero per me.
12 Così, voi che desiderate intensamente
i doni dello Spirito, cercate di avere in abbondanza quelli che servono alla
crescita della comunità.
13
Perciò, chi parla in una lingua sconosciuta, chieda a Dio anche la
capacità di spiegarla.
14 Se infatti io
prego in una lingua sconosciuta, è il mio Spirito che prega, ma la mia
mente rimane inattiva.
15 Dunque, che cosa devo
fare? Pregherò con lo Spirito, ma pregherò anche con la mente,
canterò con il mio Spirito, ma canterò anche con la mia
intelligenza.
16 Altrimenti, se tu ringrazi Dio
soltanto con lo Spirito, chi ti sta ad ascoltare senza capire, non potrà
dire "Amen" al termine della tua preghiera, proprio perché non ha capito
quel che dici.
17 La tua preghiera sarà
bellissima, ma gli altri non ne ricevono beneficio.
18 Io ringrazio Dio perché parlo in
lingue sconosciute più di tutti voi;
19
ma quando la comunità è riunita, preferisco dire cinque parole che
si capiscono, piuttosto che diecimila incomprensibili. Così posso
istruire anche gli altri.
20 Fratelli, non
ragionate come bambini. Siate come bambini per quel che riguarda il male, ma
siate adulti nel modo di ragionare.
21 Nella
Bibbia Dio dice:
Parlerò a questo
popolo
per mezzo di
persone
che parlano altre
lingue,
per mezzo di
stranieri.
Ma neppure così mi
ascolterà.
22 Così, la
capacità di parlare in lingue sconosciute è un segno non per i
credenti, ma per gli increduli. Profetizzare invece, è un segno non per
gli increduli ma per i credenti.
23 Se la
comunità si riunisce, e tutti si mettono a parlare in lingue sconosciute
ed entrano degli estranei o dei non credenti, che cosa accadrà? Diranno
che siete pazzi!
24 Se invece tutti fanno
discorsi profetici, ed entra un non credente o un estraneo, si sentirà
rimproverato e giudicato da tutto quel che ascolta.
25 I suoi pensieri segreti verranno posti in
chiaro. Allora, si getterà faccia a terra e adorerà Dio dicendo:
«Dio è veramente tra voi».
FARE TUTTO CON ORDINE
26 Quindi, fratelli, che cosa concludere?
Quando vi riunite, ognuno può cantare, o dare un insegnamento, o
trasmettere una rivelazione, o parlare in una lingua sconosciuta e interpretare
quella lingua. Ebbene, tutto questo abbia lo scopo di far crescere la
comunità.
27 Quando si parla in una
lingua sconosciuta, siano al massimo due o tre a farlo, uno dopo l'altro, e poi
qualcuno spieghi.
28 Se non vi è
interprete, chi vorrebbe parlare in una lingua sconosciuta stia invece zitto in
assemblea, parli solo a se stesso e a Dio.
29 Lo
stesso vale per i profeti. Parlino due o tre, e gli altri giudicheranno.
30 Se però uno che sta seduto riceve una
rivelazione da Dio, il primo smetta di parlare.
31 Così, uno dopo l'altro, potrete tutti
profetizzare per istruire e incoraggiare gli uditori.
32 Chi profetizza deve controllare il suo dono.
33 Dio infatti non vuole il disordine, ma la
pace. Come in tutte le comunità di credenti,
34 alle donne non è permesso parlare
durante l'assemblea. Facciano silenzio e stiano sottomesse, come dice anche la
legge di Mosè.
35 Se vogliono spiegazioni
le chiedano ai loro mariti, a casa, perché non sta bene che una donna
parli in assemblea.
36 E forse partita da voi la
parola di Dio? Ha raggiunto soltanto voi?
37 Se
qualcuno pensa che Dio gli parla, se pensa di avere lo Spirito del Signore, deve
riconoscere che quanto vi scrivo è un ordine del Signore.
38 Se qualcuno non lo riconosce, Dio non
riconosce lui.
39 Così, fratelli miei,
desiderate di essere profeti e non impedite di parlare a chi si esprime in
lingue sconosciute.
40 Però tutto sia
fatto con dignità e con
ordine.
CAPITOLO
15
LA RISURREZIONE DI CRISTO
1 Fratelli, vi ricordo il
messaggio di salvezza che vi ho portato, che voi avete accolto e nel quale
rimanete saldi.
2 E per mezzo suo che siete
salvati, se lo conservate come io ve l'ho annunziato. Altrimenti avreste creduto
invano.
3 Prima di tutto vi ho trasmesso
l'insegnamento che anch'io ho ricevuto: Cristo è morto per i nostri
peccati, come è scritto nella Bibbia,
4
ed è stato sepolto. E risuscitato il terzo giorno, come è scritto
nella Bibbia,
5 ed è apparso a Pietro.
Poi è apparso ai dodici apostoli,
6
quindi a più di cinquecento discepoli riuniti insieme. La maggior parte
di essi è ancora in vita, mentre alcuni sono già morti.
7 In seguito è apparso a Giacomo, e poi a
tutti gli apostoli.
8 Dopo essere apparso a
tutti, alla fine è apparso anche a me, benché io, tra gli
apostoli, sia come un aborto.
9 Infatti, io sono
l'ultimo degli apostoli; non sono neanche degno di essere chiamato apostolo,
perché ho perseguitato la Chiesa di Dio.
10 Tuttavia, per grazia di Dio, io sono quello
che sono. E la sua grazia non è stata inefficace: ho lavorato più
di tutti gli altri apostoli; non io, a dir la verità, ma la grazia di Dio
che agisce in me.
11 Questo è il
messaggio che io e gli altri vi annunziamo. E voi l'avete
accettato.
LA NOSTRA RISURREZIONE
12 Noi dunque predichiamo che
Cristo è risuscitato dai morti. Allora come mai alcuni tra voi dicono che
non vi è risurrezione dei morti?
13 Ma se
non c'è risurrezione dei morti, neppure Cristo è risuscitato!
14 E se Cristo non è risuscitato, la
nostra predicazione è senza fondamento e la vostra fede è senza
valore.
15 Anzi finiamo per essere falsi
testimoni di Dio, perché, contro Dio, abbiamo affermato che egli ha
risuscitato Cristo. Ma se è vero che i morti non risuscitano, Dio non lo
ha risuscitato affatto.
16 Infatti, se i morti
non risuscitano, neppure Cristo è risuscitato.
17 E se Cristo non è risuscitato, la
vostra fede è un'illusione, e voi siete ancora nei vostri peccati.
18 E anche i credenti in Cristo, che sono morti,
sono perduti.
19 Ma se abbiamo sperato in Cristo
solamente per questa vita, noi siamo i più infelici di tutti gli uomini.
20 Ma Cristo è veramente risuscitato dai
morti, primizia di risurrezione per quelli che sono morti.
21 Infatti, per mezzo di un uomo è venuta
la morte, e per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione.
22 Come tutti gli uomini muoiono per la loro
unione con Adamo, così tutti risusciteranno per la loro unione a Cristo.
23 Ma ciascuno nel suo ordine. Prima Cristo che
è la primizia, poi, quando Cristo tornerà, quelli che gli
appartengono.
24 Poi Cristo distruggerà
ogni dominio, autorità e potenza e consegnerà il regno a Dio
Padre, e allora sarà la fine.
25
Perché Cristo deve regnare, finché Dio abbia messo tutti i nemici
sotto i suoi piedi.
26 L'ultimo nemico a essere
distrutto sarà la morte.
27 Infatti la
Bibbia afferma: Dio gli ha sottomesso ogni
cosa.
Quando dice che ogni cosa gli è
stata sottomessa, si intende però che è escluso Dio, il quale ha
dato a Cristo questa autorità.
28 Quando
poi tutto gli sarà stato sottomesso, allora anche il Figlio sarà
sottomesso a chi lo ha fatto Signore di ogni cosa. E' così Dio
regnerà effettivamente in tutti.
29 Fra
voi, alcuni si fanno battezzare per i morti. A che serve farsi battezzare per
loro, se effettivamente i morti non risuscitano?
30 E perché noi stessi affrontiamo
pericoli continuamente?
31 Ogni giorno io
rischio la vita, è vero, fratelli miei, come è vero che mi vanto
di voi perché siete credenti in Gesù Cristo, nostro Signore.
32 A Efeso ero pronto a lottare contro le
bestie feroci. Se l'avessi fatto solo per motivi umani, quale vantaggio ne
avrei? Perché se i morti non risuscitano, allora,
mangiamo e
beviamo
perché domani
moriremo.
33 Non vi lasciate ingannare: i
suggerimenti delle cattive compagnie rovinano chi si comporta bene.
34 Tornate a vivere in modo giusto e smettete di
peccare! Alcuni di voi non conoscono Dio, lo dico a vostra
vergogna.
IL CORPO DEI RISORTI
35 Qualcuno forse chiederà:
«Ma come risuscitano i morti? Quale aspetto avranno?».
36 Sciocco che sei! Nessun seme rivive se prima
non muore.
37 E il seme che metti in terra,
quello di grano o di qualche altra pianta, è soltanto un seme nudo, non
la pianta che nascerà.
38 Dio gli
darà poi la forma che vuole, e a ogni seme corrisponderà una
pianta.
39 Gli esseri viventi non sono tutti
uguali. L'aspetto degli uomini è di un certo tipo, quello degli animali
di un altro. Diversa ancora è la forma degli uccelli e quella dei
pesci.
40 Inoltre vi sono anche corpi celesti e
corpi terrestri, e il loro splendore è diverso.
41 Lo splendore del sole è di un certo
tipo, quello della luna e delle stelle è di un altro genere: ogni stella
poi brilla in modo diverso.
42 Lo stesso avviene
per la risurrezione dei morti.
Si è
sepolti mortali, si risorge immortali.
43 Si
è sepolti miseri, si risorge gloriosi.
Si
è sepolti deboli, si risorge pieni di forza.
44 Si seppellisce un corpo materiale, ma
risusciterà un corpo animato dallo Spirito. Se vi è un corpo
materiale, vi è anche un corpo animato dallo Spirito.
45 Così dice la Bibbia: Il primo uomo,
Adamo, è stato fatto creatura vivente, ma l'ultimo Adamo, Cristo,
è stato fatto Spirito che dà vita.
46 Ma non vien prima ciò che è
spirituale, prima viene ciò che è materiale. Quel che è
spirituale viene dopo.
47 Il primo uomo, Adamo,
è stato tratto dalla polvere della terra, il secondo, Cristo, viene dal
cielo.
48 Finché siamo su questa terra,
siamo simili ad Adamo, fatto con la terra. Quando invece apparterremo al cielo,
saremo simili a Cristo, che viene dal cielo.
49
Come siamo simili all'uomo tratto dalla terra, così allora saremo simili
a colui che è venuto dal cielo.
50 Ecco,
fratelli, quel che voglio dire: il nostro corpo fatto di carne e di sangue non
può far parte del regno di Dio, e quel che muore non può
partecipare all'immortalità.
51 Ecco, io
vi dico un segreto. Non tutti moriremo, ma tutti saremo
trasformati
52 in un istante, in un batter
d'occhio, quando si sentirà l'ultimo suono di tromba. Perché ci
sarà come un suono di tromba, e i morti risusciteranno per non morire
più e noi saremo trasformati.
53
Quest'uomo che va in corruzione, deve infatti rivestirsi di una vita che non si
corrompe, e quest'uomo che muore, deve rivestirsi di una vita che non muore.
54 E quando quest'uomo che va in corruzione si
sarà rivestito di una vita che non si corrompe, e quest'uomo che muore si
sarà rivestito di una vita che non muore, allora si compirà quel
che dice la Bibbia:
La morte è distrutta!
la vittoria è completa!
55 O morte, do
v'è la tua vittoria?
O morte, dov'è
la tua forza che uccide?
56 La morte prende il
suo potere dal peccato, e il peccato prende la sua forza dalla legge.
57 Rendiamo grazie a Dio che ci dà la
vittoria per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.
58 Così, fratelli miei, siate saldi,
incrollabili. Impegnatevi sempre più nell'opera del Signore, sapendo che,
grazie al Signore, il vostro lavoro non va
perduto.
CAPITOLO
16
LA COLLETTA PER I FRATELLI IN FEDE
1 Ora, se volete partecipare alla colletta per i
nostri fratelli di Gerusalemme, seguite anche voi le istruzioni che ho dato alla
comunità della Galazia.
2 Ogni domenica,
ciascuno di voi, secondo le sue possibilità, metta da parte quel che
è riuscito a risparmiare e lo conservi a casa sua. Così, quando
verrò da voi, non ci sarà più bisogno di fare una colletta.
3 Manderò gli uomini che voi avrete
scelti, con lettere di presentazione, a portare la vostra offerta a Gerusalemme.
4 Se poi sarà opportuno che ci vada
anch'io, faranno il viaggio con
me.
PROGETTI DI VIAGGIO
5 Ora passerò dalla Macedonia e
poi arriverò da voi.
6 Probabilmente
resterò da voi per un po' di tempo, forse anche tutto l'inverno.
Così potrete fornirmi i mezzi per proseguire il mio viaggio, qualunque
sia la mèta.
7 Perché non voglio
vedervi soltanto di passaggio. Se il Signore lo permetterà, io vorrei
restare un po' di tempo con voi.
8 Tuttavia
rimarrò a Efeso fino a Pentecoste,
9
perché ho trovato qui un'occasione preziosa di lavorare per il Signore,
anche se i nemici sono numerosi.
10 Se viene
Timòteo, accoglietelo in modo che non si senta a disagio tra voi,
perché egli lavora come me nell'opera del Signore.
11 Nessuno lo disprezzi. Anzi, aiutatelo a
continuare in pace il suo viaggio per venire da me: io e gli altri fratelli lo
stiamo aspettando.
12 Per quel che riguarda
Apollo, nostro fratello, più di una volta l'ho incoraggiato a venire da
voi con gli altri fratelli, ma non è voluto venire ora. Verrà alla
prima occasione.
ESORTAZIONI FINALI E SALUTI
13 Siate attenti, siate saldi nella fede,
coraggiosi, forti.
14 Fate ogni cosa con amore.
15 Voi conoscete Stefana e la sua famiglia.
Sapete che in Grecia sono stati i primi a convertirsi e che si sono messi al
servizio dei credenti. Ebbene, io vi raccomando, fratelli,
16 di lasciarvi guidare da quelle persone e da
tutti quelli che lavorano e faticano insieme con loro.
17 Mi rallegro perché sono venuti da me
Stefana, Fortunato e Acàico. Mi hanno consolato della vostra assenza.
18 Hanno tranquillizzato voi e me. Sappiate
apprezzare persone come loro.
19 Vi salutano le
chiese dell'Asia Minore. Vi salutano molto, nel Signore, Aquila e Priscilla con
tutta la comunità che si riunisce in casa loro.
20 Vi salutano tutti i fratelli. Salutatevi tra
di voi con un fraterno abbraccio.
21 Io, Paolo,
vi mando questo saluto scritto proprio di mia mano.
22 Se qualcuno non ama il Signore sia maledetto.
Maranàtha, vieni, Signore.
23 La grazia
del Signore Gesù sia con voi.
24 Il mio
affetto è con voi tutti, in Cristo Gesù.